La storia della famiglia Miari Fulcis
Dalle origini ad oggi
La famiglia ha dato i natali a numerosi canonici, cavalieri, giudici, giuristi, notai, studiosi storici, ingegneri. Nel 1248 Alessandro Miari è tra i difensori della città di Belluno; nel 1391 Andrea Miari riceve in dono da Giangaleazzo Visconti, per i servigi prestati, il castello di Zumelle mentre nel 1404 è Bartolomeo Miari a battersi in favore di Venezia e a piantare lo stendardo di San Marco sul ponte levatoio del castello di Belluno. Nello stesso periodo il canonico Clemente Miari scrive i suoi famosi “diari di cronaca bellunese”.
- Nel 1412 GiovanAntonio Miari viene insignito del titolo di Conte di Palazzo dell’imperatore Sigismondo d’Ungheria.
- 1617: Benedetto Miari viene incaricato dalla repubblica veneta di testare il granoturco e di introdurne la coltivazione prima nel bellunese e poi in tutta la repubblica.
- 1644: data a cui risalgono le parti più antiche della Villa di Modolo; questa verrà, a cura dell’ingegner Andrea Miari, terminata nella sua attuale configurazione nel 1806 diventando una tra le maggiori ville della provincia di Belluno e uno degli esempi più belli di villa veneta nell’area alpina.
- 1778: sono i natali del musicista Antonio Miari (M. 1854).
- 1815: Antonio Miari, omonimo del musicista, cavaliere dell’ordine di Malta, diviene ministro plenipotenziario e partecipa per il suo ordine al congresso di Vienna divenendone un attore di primo piano; poco dopo diventa ciambellano dell’imperatore d’Austria.
- 1815: Andrea Miari ottiene l’ordine nobiliare (austriaco) della corona di Ferro.
La Villa di Modolo a cavallo delle due guerre
Francesco e Isabella dovettero lavorare moltissimo per ripristinare la Villa di Modolo ed il palazzo a Belluno e tutta l’azienda dopo il passaggio della prima guerra mondiale, periodo durante il quale la Villa di Modolo fu trasformata in ospedale da campo: prima dei tedeschi (a loro si devono le razzie di mobili, quadri, libri e dell’archivio di famiglia) e in seguito degli italiani. Tra il 1920 ed il 1940, grazie a Francesco ed a suo zio Tommaso, il borgo di Modolo fu interamente ricostruito ex novo, introducendo modernissime tecniche costruttive.
Dal dopoguerra ad oggi
Dalla fine degli anni ’40 Giacomo (1928- 2003), succeduto molto presto al padre Francesco e al fratello maggiore Fulcio (1927-1951) prematuramente scomparsi, ha proseguito l’opera innovativa nel campo agricolo introducendo la mungitura sottovuoto con annessa latteria. Nel 1958 installa il primo impianto in Italia per la disidratazione dell’erba medica mentre negli anni ’70 sviluppa l’allevamento dei cavalli purosangue. Negli anni ’80 vede la luce l’allevamento intensivo dei bovini da carne e negli anni ’90 un importante allevamento biologico brado di suini, ancora oggi riportato come esempio nelle riviste di settore.